martedì 3 maggio 2011

Svolte epocali...
















Il primo articolo che ho pubblicato sul blog quest'anno, a gennaio, iniziava così: “Com'è cominciato scoppiettante questo 2011...”. Si riferiva allo scandalo di Berlusconi e Ruby Rubacuori. Questo 2011 è molto di più che un anno scoppiettante. E' un anno che rimarrà nella Storia... E, per nostra grande fortuna, non ci rimarrà per gli “scandaletti” di Silvio. Ci rimarrà perchè sono successe, e stanno accadendo, svolte epocali. E' strana la Vita. Ci sono degli anni in cui è calma piatta, totale, mentre altri in cui invece accade tutto insieme (stranamente succede la stessa cosa anche nella mia Vita personale). Io non sono credente, non credo negli oroscopi/disegni divini (come ben sapete). Questa, però, è una di quelle cose che mi lascia dei dubbi. Mah, sarà tutto solo un caso (o forse no)... L'unica cosa certa è che questo 2011 non ha proprio l'aria di essere un anno come un altro. Le svolte epocali che stanno accadendo sono evidentissime: le rivoluzioni nei paesi arabi e il disastro nucleare di Fukushima. Proprio ieri, inoltre, è uscita la notizia che avrebbero ucciso Osama Bin Laden. Non voglio soffermarmi troppo su questa notizia, perchè è tutto ancora molto confuso. E' anche questa, comunque, una svolta epocale. Una cosa permettetemi soltanto di rilevare: in 10 anni che gli danno la caccia (dal 2001), gli americani (guarda caso) riescono a scovare il “super-latitante” Osama proprio nei mesi in cui tutto il mondo arabo è pervaso da un meraviglioso fermento. E' un po' strano, non trovate? Sarà, anche qui, solo un caso (ma 'sto caso non è che lo tiriamo in ballo un po' troppe volte?). Sinceramente non saprei dire cosa ci potrebbe essere dietro questo “strano caso”, ma certo è che quello che sta avvenendo nei paesi arabi preoccupa (e molto) i popoli occidentali. L'Occidente sventola, continuamente, la paura che dietro queste rivoluzioni ci sia l'ombra dei terroristi. Non è questa, però, la paura dei nostri Governi. Quella del terrorismo è evidentemente una scusa (in questi mesi qualcuno di voi ha visto, per caso, bruciare qualche bandiera occidentale? Io no!) per guardare con sospetto queste meravigliose rivoluzioni. Nel mondo Arabo si svolge da sempre una partita fondamentale per tutto l'Occidente: la partita del petrolio. Noi, checchè se ne dica, dipendiamo come drogati dalla terra musulmana e dall'oro che scorre sotto ad essa. Il nostro Capitalismo è potuto diventare quello che è grazie sopratutto al petrolio (almeno l'80% dei prodotti che utilizziamo ogni giorno deriva, in un modo o nell'altro, dal petrolio). Il nostro Capitalismo è potuto diventare quello che è grazie ai governanti corrotti che abbiamo sempre sostenuto in quei Paesi. I governanti corrotti sono proprio quelli che oggi sono nel mirino della “Primavera musulmana” (vedi alla voce Muammar Gheddafi). La paura dell'Occidente, quindi, non è tanto per il presunto terrorismo ma quanto per il fatto che se cadono questi “dittatori” e vanno su Governi “del popolo” le condizioni favorevoli potrebbero cambiare. L'intervento della Nato in Libia rientra perfettamente, secondo me, in questa logica. L'Occidente non può fare nulla contro queste ondate di “risveglio”. Non resta quindi che appoggiarle e mostrarsi come “amici” agli occhi di chi, da domani, dipenderanno i flussi di petrolio. L'uccisione di Bin Laden potrebbe essere un modo per lanciare un sasso nel grande marasma che avvolge oggi l'Islam, e per sondare così eventuali “emozioni” e “reazioni”. Ovviamente è soltanto un'ipotesi. L'unica cosa certa è che quello che sta accadendo al di là del mare è davvero una svolta epocale. Le conseguenze non è ancora chiaro quali potranno essere. Gli arabi, comunque sia, ci stanno dando una grande lezione. Io farei questa equazione: arabi di oggi = partigiani di ieri. Si stanno liberando dai parassiti che l'Occidente, come dicevo prima, ha instaurato e sostenuto per decine e decine di anni. La loro rivoluzione non è anti – occidentale, ma nei fatti lo sarà. La miccia è partita da Internet... Internet non è forse un “nostro” prodotto? L'uomo bianco crede, come sempre, di poter dominare e controllare tutto. Non è così. Prima o poi scappa qualcosina, ed è da quel “qualcosina” che divampano poi gli incendi. Che figura da idioti che stiamo facendo! Fino a ieri amici dei dittatori, oggi grandi sostenitori dei rivoluzionari. L'Italia è ovviamente la prima della fila. Gheddafi è incazzato come una iena con il nostro Belpaese, e ha tutte le ragioni per esserlo. Su questo non gli si può dare torto. Fino a ieri l'abbiamo accolto come un Re, gli abbiamo baciato le mani, ci siamo chinati a 90 gradi in tutti i modi possibili e immaginabili... E poi? Poi tutto d'un tratto, di punto in bianco, lo andiamo a bombardare. E' allucinante. Gheddafi è un delinquente, ma penso che pure ad un santo gli girerebbero i coglioni di fronte ad un comportamento del genere. Berlusconi ha esposto il nostro Paese ad un rischio colossale... Siamo fortunati che, alla fin fine, Gheddafi è soltanto un “povero pazzo”... A quest'ora, altrimenti, ci starebbero cadendo un bel po' di bombe in testa. Dunque, è scoppiata la guerra in Libia. Questa guerra è stata fatta, evidentemente, solo per meri interessi economici e strategici (come dicevo prima). E' una guerra sbagliata perchè è una guerra che abbiamo prodotto noi (noi inteso come Occidente). E' una guerra contro noi stessi, alla fine. Bisognava pensarci prima, bisognava avere rispetto per le risorse altrui, bisognava sostenere la Democrazia. Così non è stato, e queste sono le conseguenze. La guerra è sbagliata ma è, oggi, purtroppo inevitabile. Il capo dell'Algeria ha ceduto. Mubarak pure. Gheddafi no. Gheddafi è troppo corrotto, e marcio, per arrendersi. Gheddafi non si fa scrupoli a sparare sulla sua gente. Io sono assolutamente per la Pace, e lo sapete. In certe rare eccezioni, però, è necessario l'uso della forza. Mussolini non sarebbe mai caduto, se i partigiani non avessero imbracciato le armi. Oggi i libici, per cacciare Gheddafi, non possono non imbracciare le armi. Il punto è che il Colonnello è troppo forte, e da soli gli insorti non possono farcela. Hanno chiesto aiuto all'Occidente. L'Occidente ha risposto. Premesso che fino ad oggi è stato tutto sbagliato (per colpa nostra), vi lancio una provocazione: come bisognerebbe comportarsi oggi? E' sbagliato andare a bombardare, d'accordo. Che si fa allora? Si sta fermi, e si lascia che il Rais resti dov'è? Credetemi, c'ho pensato e ripensato. D'istinto verrebbe da dire che non bisogna mai usare la Forza, e che bisogna tentare tutte le altre strade. Io sono un idealista, e lo sapete. Per mia grande Fortuna, però, sono anche realista. La mia parte razionale mi dice che se oggi qualcuno non aiuta gli insorti... Gheddafi vince. Ho una forte impressione che, questa volta, la mia parte razionale non si stia sbagliando. Non credo sinceramente che con Gheddafi basti la diplomazia. Gheddafi non se ne andrebbe mai, con qualsivoglia azione diplomatica. Potete dirmi che è sbagliato andare a lanciargli le bombe (perchè le bombe non sono intelligenti e colpiscono quello che capita), ma non potete dirmi che per mandarlo via basta la diplomazia. Qualcosa bisognerà pur fare. Non lo so: fare arrivare agli insorti armi e mezzi più potenti, spingere gli altri Paesi confinanti ad inviare truppe in aiuto. Qualcosa che sia il più neutro possibile, ma che dia ai libici la possibilità di vincere questa battaglia contro Muammar. Lo ripeto, io sono assolutamente contraio alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti. Ci sono certe situazioni, però, in cui è una strada obbligata. La Libia, oggi, credo sia una di quelle situazioni. Poi c'è il discorso clandestini / profughi. Qui abbiamo vissuto una situazione davvero paradossale e ridicola. Un paese di 65 milioni di abitanti va nel panico per qualche migliaia di profughi? Abbiamo visto, nuovamente, la politica del “terrorismo” psicologico (anche noi abbiamo dei terroristi, Obama... Vieni a liberarci!) che la Lega fa sulle sue popolazioni. Berlusconi, invece, ha avuto un'altra bella occasione per fare il suo spettacolino da incantatore di serpenti. “Ghe pensi mi, ghe pensi mi...”. Si, ghe pensa lù. Si è visto, infatti, come gh'a pensato a Napoli o a L'Aquila (Napoli è sommersa dai rifiuti più di prima): soluzioni temporanee e assolutamente inefficaci. E' stato uno spettacolo indecente vedere questi poveri clandestini trattati come “delinquenti di Guantanamo”, deportati in campi di prigionia vergognosi. Questi campi, poi, erano davvero ridicoli. Il Governo, sapendo che molti clandestini volevano passare il confine per andare in Francia o Germania, ha lasciato che scappassero come se nulla fosse: le abbiamo viste tutti le immagini di quei ragazzi che saltavano le reti, e delle Forze dell'Ordine a braccia conserte. Quale serietà e credibilità può avere uno Stato che combina queste pagliacciate? Quei campi non andavano fatti, ma se li si vuole fare li si faccia almeno bene. Poi, sinceramente, trovo demenziale la differenzazione fra clandestini e profughi. I profughi li accogliamo, i clandestini li rimandiamo indietro. Qualcuno dovrebbe spiegare ai nostri governanti che quando delle popolazioni migrano lo fanno perchè non vivono situazioni di benessere, al di là che nei loro Paesi ci sia la guerra o meno. Nessuno di questa gente lascia la propria Terra perchè ha voglia di venire a fare turismo in Europa. Nessuno lascia la propria Terra felice di farlo. Creare questa differenza fra chi parte perchè nel suo Paese ci sono le bombe, e chi parte perchè nel suo Paese si muore di fame, è stupido ed ipocrita. Io credo che non sia etico rispedire a casa qualcuno che bussa alla tua porta, da qualunque parte arrivi. La soluzione migliore (l'unica praticabile), infatti, è stato concedere permessi di soggiorno temporanei. Chi arriva sul nostro suolo ha diritto, secondo me, ad avere una possibilità... Permesso temporaneo (non possiamo pretendere che gli stranieri stiano nella legalità, se non gliela offriamo noi per primi), che può diventare definitivo se la persona riesce ad integrarsi con il lavoro. Certo, l'immigrazione andrebbe organizzata e coordinata. Ci vorrebbe innanzitutto coordinamento fra tutti i Paesi europei nel gestire i flussi, a seconda delle esigenze e dei bisogni dei singoli Paesi (e anche delle possibilità lavorative che offrono). Purtroppo, invece, stiamo assistendo ad una sempre più progressiva “chiusura” dell'Europa (è stato uno spettacolo altrettanto indecente vedere gli Stati europei rimbalzarsi la palla di questi clandestini, giocando a chi meno voleva saperne di accoglierli). Non sono d'accordo con Grillo quando dice che negli altri Stati sta andando su la destra xenofoba per colpa nostra che abbiamo sempre accolto tutti. L'Europa, come tutto il mondo capitalista, è in profonda crisi. Quando uno Stato si sente franare la terra sotto i piedi... chiude tutte le porte. E' una reazione psicologica “umana”, ma è sbagliata. Quando qualcosa non va non ti resta che aprirti (ogni sistema chiuso su sé stesso prima o poi muore, Entropia). La soluzione ai tuoi problemi può arrivare proprio dalla persona che accogli. E poi ricordiamoci anche un'altra cosa: queste persone stanno venendo a prendersi qualcosa di quello che noi gli abbiamo “scippato”. Lo so che può essere bollato come il solito “discorso demagogico”, ma volenti o nolenti è la realtà delle cose. Dico di più: dovremmo ringraziare che vengono in pace, e a testa bassa. Avrebbero tutto il diritto di venire incazzati, e con le armi in mano. Certo, potreste rispondermi che oggi non c'è il lavoro nemmeno per noi... Che siamo in una crisi economica pazzesca, che non girano soldi, eccetera eccetera... Ed avreste ragione. Loro, però, non lo sanno. Loro vengono a prendersi soltanto qualcosa che gli spetta di diritto (ed è, tra l'altro, soltanto una piccola parte di tutto quello che gli spetterebbe). Il fatto che il Capitalismo si stia rivelando “una grande truffa” (perchè alla fin fine c'è sempre qualcuno più in alto di te che te lo vuole mettere in quel posto), è un problema nostro... Non loro. C'è da rivedere tutto il Sistema, amici miei, perchè c'è più di un qualcosa che non va. L'altra svolta epocale che è avvenuta quest'anno è, come dicevo all'inizio, il disastro di Fukushima. 25 anni esatti dopo Chernobyl. Un altro bel caso, eh? Sembra quasi fatto apposta. Scoppia la centrale in Giappone, e immediatamente tutti scoprono che il nucleare non è sicuro. Posso dirvi che è un po' demenziale? Non sopporto il genere umano quando scopre le cose soltanto dopo essersi bruciato. Lo trovo un comportamento terribilmente primitivo: che diamine sono serviti tutti questi anni di (presunta) evoluzione se stiamo ancora a 'sto livello? Il nucleare non è, e non potrà mai, essere completamente sicuro. In Giappone abbiamo visto lo stesso meccanismo che vi ho descritto prima: l'Uomo crede di poter sempre dominare e controllare tutto, ma “qualcosina” prima o poi scappa. La centrale di Fukushima era stata progettata fino ad un certo livello di sisma. La Natura però, fottendosene altamente dei progetti umani, scatena un terremoto un pelo più forte del solito... Ed è immediatamente il disastro! Quanto siamo arroganti, e presuntuosi. Ci crediamo i dominatori del Mondo. In realtà siamo solo dei piccoli animaletti che zampettano qua e là. Il Mondo ci può dominare come e quando vuole lui. Ce ne ha date, e continua, a darcene di prove. Ma noi niente, avanti. Imperterriti. Certe energie della Natura sono troppo potenti, non riusciremo mai a dominarle fino in fondo. Io l'ho conosciuta, e vissuta, la paura del nucleare. Ve ne ho anche già parlato in qualche altro articolo. Fino a pochi anni fa vivevo in Monferrato, Piemonte. In Piemonte è successo, nel suo piccolo, un disastro nucleare (in questi mesi in tv ne stanno parlando molto. Quando successe, invece, nessuno dei media nazionali ne fece cenno). A Saluggia, provincia di Vercelli, c'è un deposito di scorie nucleari (l'85% di tutte le scorie nucleari italiane, solide e liquide) che dal 2003 – 2004 ad oggi perde liquido contaminato. Chi conosce quelle zone sa che sono ricche di acque, di confluenze fra vari fiumi. Sono state già alluvionate, e lo stesso Carlo Rubbia ha detto ha detto che se lì succede qualcosa è una catastrofe. Qualcosa, però, è già successo. Il liquido contaminato, come dicevo, è uscito per anni (e a quanto pare continua ad uscire). La paura che ho vissuto aveva come emblema il rubinetto di casa. Infatti, pur vivendo ad almeno una ventina di chilometri dalla zona del deposito, c'era il problema che il nostro Acquedotto aveva i suoi pozzi proprio li vicino. Ufficialmente l'acqua potabile non è mai stata contaminata. In alcuni pozzi di proprietà dell'Acquedotto, però, è stata rilevata presenza di sostanze radioattive (i responsabili hanno sempre ribattuto che l'acqua veniva pescata più a fondo). Non si sa bene cosa sia successo lì, e forse non si saprà mai (salvo monitorare l'aumento delle leucemie in quei territori da qui ai prossimi 30 anni). Certo è che ho provato cosa significhi avere il terrore di entrare in contatto con la radioattività, e di cosa significhi affermare che “il nucleare è sicuro”. Balle. Nessun nucleare potrà mai essere completamente sicuro. In Italia men che meno, visto che non siamo nemmeno capaci di tenere sotto controllo un “innocuo” deposito di scorie.


In conclusione: c'è un filo che lega l'Arabia al Giappone, un filo che lega due svolte epocali. Il filo dell'energia. In Arabia il petrolio, in Giappone il nucleare. Sullo sfondo il Capitalismo. Sono sempre più convinto che il pilastro di questo nostro sistema economico e sociale sia l'energia. Più della finanza, più del commercio, più delle banche... Più di tutto, ciò che tiene in piedi questo sistema è l'energia. L'energia è ciò che arriva ogni giorno dentro alle case di tutti i cittadini, ciò di cui nessuno può fare a meno. La singola persona è davvero “schiava” finchè c'è qualcuno che gli vende l'energia, finchè dipende da qualcun altro. Il Capitalismo vede come fumo negli occhi l'idea che i cittadini inizino a prodursi l'energia da soli, creando reti di interscambio. Sarebbe l'inizio della sua fine. Non è un caso, infatti, che il Governo abbia bloccato gli incentivi alle rinnovabili proprio mentre ha riproposto il nucleare (ora è evidente la furbata che stanno facendo per evitare il referendum. Siamo governati da una classe politica arrogante e sfacciata, che sputa ogni giorno sopra alla Democrazia espressa dai cittadini. Vergogna!). I signori del Dolore (come li chiama giustamente Vecchioni) se ne fregano dei morti che producono le loro stupide fonti energetiche, l'importante è tenere schiave le persone. Il più grande investimento che si possa fare al Mondo è la costruzione di una centrale nucleare... Credete davvero che ci rinuncino per quello che è successo a Fukushima? Non ci rinunceranno mai, costasse la morte di tutto il genere umano. La crisi in Giappone, e quella nei paesi arabi, sono il segnale che il Capitalismo non può controllare fino in fondo l'energia. C'è sempre da fare i conti con la Natura, e con il popolo. Sono anche il segnale che le fonti energetiche predilette dal Capitalismo viaggiano ormai al tramonto, come il Capitalismo stesso. Sono vecchie, insulse, e pericolose. La tecnologia ci sta offrendo la possibilità di uscire dalla schiavitù del sistema energetico. Forse si può partire proprio dal discorso energetico, per poter arrivare ad immaginare un nuovo modello di società. Una cosa è certa: bisogna dire basta alla maggior parte dei processi macroscopici che ci rendono schiavi ogni giorno. Non è immaginabile una Società dove l'uomo non sia in grado di prodursi da solo, e in piccolo, tutto ciò che gli è di fondamentale bisogno (l'energia, il cibo, e tutti gli altri beni di prima necessità. Tali beni non devono essere in mano alle multinazionali. Devono essere prodotte e vendute a livello locale... Altrimenti il sistema non regge). Tutto questo va, ovviamente, accompagnato anche da un'altra idea di fondo: la decrescita. Dobbiamo fermarci un momento, fare un passo indietro, ripensare ad ogni singolo elemento. Dobbiamo, a mio avviso, costruire una nuova Società basata fondamentalmente su due parole: equilibrio e condivisione. Equilibrio perchè è impensabile continuare a sostenere questo ritmo di consumi (e di conseguenti sprechi. Il Capitalismo è il sistema dello spreco: più tu sprechi, più io ti vendo). Condivisione perchè è impensabile fornire lo stesso bene a tutti (la nostra Società attuale non fa altro che invogliare continuamente all'egoismo, soltanto per poter vendere di più). Forse tutto questo sono soltanto utopie, ma una cosa è chiara: o le svolte le diamo noi, o arrivano da sole. Ciò che è successo in Giappone e in Arabia sono un segnale. Il segnale che non possiamo credere di non dover rendere conto mai. Alla Natura, e ai popoli che abbiamo usurpato, dovremo rendere conto prima o poi (più prima che poi). Ci siamo illusi di poter benissimo non passare mai dalla cassa a saldare il conto. Non è così. A questo punto le soluzioni sono soltanto due: o si trova un modo per uscirne tutti al meglio, o ci faremo molto molto male. A noi la scelta.



Anima Blu

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